Il concetto di “doppia mobilita” in chirurgia protesica non è una novità
I vantaggi sono noti e più tardi li vedremo, allora perché proporla o meglio riproporla ora come innovazione?
Perché oltre agli innegabili vantaggi la “biarticolare” aveva il limite della DURATA a causa della USURA.
L’evoluzione dei materiali, gli studi di bioingegneria, la biologia applicata ci permette oggi unire tutti i vantaggi della doppia mobilità alla DURATA e RESISTENZA degli impianti.
Uno dei maggiori rischi per il paziente sportivo è la DISLOCAZIONE o LUSSAZIONE componenti protesiche con fuoriuscita della testa femorale dalla cavità acetabolare
Con la “doppia mobilità “ questo rischio è pressoché nullo anche per GRADI ESTREMI DEL RANGE ARTICOLARE
Nella biarticolare l’inserto tra testa e acetabolo è anch’esso mobile e si comporta come una testa GRANDE DIAMETRO -simile a quella anatomica-quindi in MINORE TENDENZA A DISLOCARSI
Inoltre la possibilità di movimenti reciproci aumenta l’ampiezza dell’arco di movimento come potete vedere dal disegno
PROTESI A DOPPIA MOBILTA’: la soluzione per il paziente sportivo con elevata richiesta di STABILITÀ ARTICOLARE.